C'è chi ritiene che i mondiali di calcio Fifa siano il più grande evento sportivo del mondo, c'è chi preferisce le olimpiadi e chi il giro d'Italia: dipende dal livello di doping che siete in grado di sopportare come eventualità rovina-festa... Ma tralasciamo i gusti personali di ognuno di voi e andiamo invece a spiegare perchè i mondiali di calcio sono il più grande spettacolo sportivo. Dipende tutto non dalla presenza dei supercelebrati campioni, cavalli programmati per sottometere&dominare gli avversari a suon di esclusivissimi colpi di rarefatta classe olimpica... no il mondiale è un evento perchè porta allo stesso livelo i fenomeni e gli improponibili giocatori di nazioni semisconosciute agli stessi geografi e con pedigree nebulosi e con qualità individuali spesso imbarazzanti anche rispetto a certi tornei estivi per scarsocriniti con la pancetta dove si vincono al massimo coppa e salame.
Ecco quindi di seguito una guida ai migliori talenti e giocatori freak del prossimo mondiale. Gente che non lascerà il segno, oppure che lo lascerà tra la sorpresa generale regalandoci le pagine più scintillanti di Sudafrica 2010.
GRUPPO ANel Sudafrica un tris di freak che farebbero impazzire Gaucci, lo scopritore di Nakata e Vryzas: Teko Modise, Bernard Parker e Siphiwe Tshabalala. In particolare quest'ultimo, un Gullit bolso e più dribblomane, si candida a idolo personale dei prossimi mondiali.
Nella Francia occhio a Mathieu Valbuena: giocatore con parecchia birra in corpo e molto sottovalutato. Per il resto si attende il salto di qualità di Gourcuff, ma l'ago della bilancia sarà Gignac: bomber sconosciuto che con tutta probabilità si troverà a dover fare l'unica punta. Nel Messico letteralmente da brividi i chiari di luna del portiere Ochoa, a suo tempo indicato come un grande prospetto ma ora un po' in crisi: potrebbe passare inosservato, dopo quel pazzoide di Campos (il portiere che in con la squadra di club si divertiva a giocare da attaccante e che nei ritagli di tempo si faceva da personal stylist disegnando la divisa di gioco). Nell'Uruguay tutti guarderanno Cavani, Suarez e Forlan, ma occhio al "sangue caldo" Diego Lugano e al difensore Jorge Fucile (un cognome che è tutto un programma...). Bella squadra l'Uruguay, piena di trequartisti pazzoidi e di giocatori che sembrano surfisti sanguigni e indolenti.
GRUPPO BGruppo non difficile per l'Argentina di Maradona, ma el Pibe è davvero il re dei freak e ci ha regalato convocazioni da urlo. Da Nicolas Otamendi, che ha dichiarato di poter ricorrere all'autolesionismo, se richiesto, pur di giocare nel Milan (un masochista nato) al recupero del romantico ottuagenario Juan Sebastian Veron (che in una intervista memorabile ammise di aver vissuto il suo esordio amoroso con una puttana di strada del suo quartiere). Speriamo che Diegone confermi Martin Palermo, il recordman mondiale di rigori sbagliati nella stessa partita: convocato praticamente solo perchè è il centravanti della squadra del cuore di Maradona, il Boca Juniors. Dei vari Messi, Aguero, Milito, Higuain, si sa tutto: l'Argentina è una grande favoritaper la vittoria finale. L'unica variabile impazzita è Maradona: El Pibe come allenatore è un'incognita e su questo piano se la dovrà vedere con degli emuli di notevole spessore. Dalla Nigeria del finto giovane Obafemi Martins e del sopravvalutato Obi Mikel (uno che, per non farsi mancare nulla, a suo tempo firmò due contratti in una volta sola, Man United e Chelsea, salvo poi accorgersi che non si può giocare a calcio in due squadre contemporaneamente), alla Corea del Sud dell'ottimo Park Ji Sung e della vecchia conoscenza Ahn, quello che ci buttò fuori dal Mondiale nel 2002 e che Gaucci incazzato voleva cacciare dal Perugia... Per finire con la Grecia del super-personaggio Otto Rehagel. La ricetta preferita è la Linea Gotica, con undici giocatori dietro la linea della palla, al massimo una punta in campo e un solo talento di spicco: quel Sotiris Ninis, di origine albanese, che da tempo è sui taccuini degli osservatori europei. E occhio al macellaio d'area Sotirios Kyrgiakos, uno che sembra essere appena uscito da Trecento: gioca di solito col volto mezzo coperto da una maschera protettiva che lo fa ancor più truce.
GRUPPO CC'è l'inghilterra e qui siamo all'università dei freak. Due su tutti. John Terry che oltre ad aver tradito alla moglie ha tentato di organizzare tour a pagamento abusivi nel centro sportivo del Chelsea e ha mezza famiglia nei guai con la giustizia (papà pizzicato per spaccio, mamma per furto). E il grandissimo Frank Lampard, che finì in un video sexy girato a Cipro con una donna del luogo, insieme a Rio Ferdinand e Kieron Dyer: "il quadrangolo no, non l'avevo considerato". Da seguire con attenzione le scorribande di Joe Cole e Aaron Lennon, due supertalenti, mentre attendiamoci cose di basso livello dall'armadio Marcus Bent, un toro con gli zoccoli al posto dei piedi.
Negli Usa il portiere con la sindrome di tourette Tim Howard, il centrocampista - rapper dilettante Clint Dempsey (forse insieme a Claudio Reyna uno di giocatori Usa più forti degli ultimi anni) e Landon Donovan, che ha il grande merito di aver litigato a muso duro con quella fighetta di David Beckham nello spogliatoio dei Los Angeles Galaxies. Poca cosa Algeria e Slovenia, con da una parte il super ex talento Mourad Meghni (da futuro Zidane a Pippa Eterna dopo uno scudetto allievi nel Bologna, dove furoreggiava insieme all'altro eclissato Bjorn Runstrom) e dall'altra i degni eredi del portiere pizzaiolo Marko Simeunovic: gente spesso sconosciuta ai propri parenti, ma con forti motivazioni.
GRUPPO DQui la vera sorpresa è che la Germania è piena di giovani talenti. Abituati alle esibizioni sconcertanti del crucchissimo Ballack, i tifosi italiani potrebbero rimanere sorpresi dal fatto che questa nazionale ha diversi elementi che sanno giocare a calcio. Mesut Ozil, Toni Kroos, Marko Marin, Thomas Mueller sono quattro talenti: difficile che tutti entrino nei 23, ma il futuro è loro. Quella tedesca è una scuola in ascesa ma non ha una prima punta all'altezza: Mario Gomez, a suo tempo pagato dal Bayern trenta milioni di euro, nell'ultima stagione ha fatto da panchinaro al croato Ivica Olic, che proprio un fenomeno non lo è mai stato.
Nell'Australia tanti veterani del 2006 ma nessun nuovo prospetto da mettere in mostra. L'uomo leader è Tim Cahill, centrocampita e punta molto bravo a inserisrsi in area e a far gol. Ma il grande giocatore per eccellenza è Harry Kewell "The Jewel", l'unico imprevedibile e creativo in una squadra di "soldatini" di livello solo discreto.
Nella Serbia, squadra di solito piena di trequartisti, i punti forti sono in difesa: Neven Subotic e soprattutto Nemanja Vidic, apprezzato nel Man Utd. A centrocampo il "crack" Milos Krasic, il vero erede di Nedved nel calcio europeo; in attacco i "carneadi" Pantelic e Jovanovic. Il primo fu indicato da Barzagli come il suo incubo personale nel campionato tedesco, mentre il secondo è spuntato dal nulla nel campionato belga guadagnandosi un inatteso passaggio al Liverpool. Piccolo particolare: nessuno dei due ha dei numeri da gran bomber. La super promessa dovrebbe essere Miralem Sulejmani, il classico esterno tutta classe e cazzeggio tipico della scuola slava, ma non è detto che sia nei 23 scelti dal tecnico Antic.
Nel Ghana, infine, una serie di impatici "pazzoidi" che ne fanno una specie di drem team del settore: dal cardiopatico guarito Appiah, al figlio di Pelè (quello del Toro e del Marsiglia..) André Ayew, per finire con Quincy Owusu Abeye: da supertalento stimato da Wenger all'Arsenal, a megabidone scaricato nel campionato russo e attualmente in forza ad una squadra del Qatar. Un freak scatenato, decisamente inconvocabile in altri contesti.
GRUPPO ERobben, Sneijder, Van Persie: se la competizione si rivelerà molto equilibrata, questi tre hanno le potenzialità per far vincere i mondiali all'Olanda. Peccato che il resto della squadra non sia su quei livelli. Manca un portiere affidabile e la difesa è un'incognita. Ma de centrocampo in su è uno spettacolo.
Tante vecchie glorie e un talento nella Danimarca: nel primo settore rientrano i sempiterni cavalloni di fascia "alla Laudrup" (più Brian che Michael) Jesper Gronkjaer e Dennis Rommedhal. Il talentino è Christian Eriksen dell'Ajax, un bel trequartista limitato da uno sviluppo fisico da quindicenne. In attacco lo stagionato Jon Dahl Tomasson, visto ultimamente in un traballante Feyenoord.
Nel Giappone il mio eroe personale Marcos Tulio Tanaka, un samurai nippo-brasiliano stempiato coi capelloni lunghi dietro, ma la squadra ha perso molti dei big: niente Nakata, ritirato ormai da anni, niente Shinji Ono, forse il calciatore giapponese più forte di sempre, niente Naohiro Takahara, una punta di livello. Eppure la squadra contro l'Inghilterra in amichevole ha stupito, anche senza la stella Nakamura in campo. Occhi puntati sul punk Keisuke Honda: un signor giocatore.
E per finire il Camerun. Lontani i tempi di Milla e Nkono, la squadra oggi pare avere meno guizzi, a parte il supercampione Eto'o. A centrocampo la promessa dell'Arsenal Alexandre Song Billong sta stentando più del previsto, in difesa molti osservatori seguono il giocatore del Monaco Nicolas Nkoulou. Sempre in difesa l'ex meteora della Salernitana Rigobert Song
(fine prima parte)