domenica 25 aprile 2010

Paola Turci al Fuori Orario, ovvero lesbo è bello - Trasgressioni omologate, Padre Amorth è più freak - Quark a casa del calciatore fallito giovane


FUORI ORARIO. 24-25 APRILE 2010. Pensavo di essere ancora qualcuno o qualcosa e invece eccomi nullificato in mezzo a una massa di bruttine autunnali, TonyManeros vintage di latente gayaggine, principesse di provincia con l'aria sbattuta e vecchie amiche a rimorchio di morosi che pensano a tutt'altro. Grazie Paola Turci per averci cantato Bella ciao, a fine del tuo comunque bel concerto: era dedicata a te stessa, alle tue braccia tornite da working class girl e alle tue ascelle depilate sexyssime che facevano sognare di brutto il tuo fanclub lesbissimo e pelosissimo. Purtroppo le tue sostenitrici-groupies, cara Paola che nemmeno sai chi sono, erano preda di una ansia di trasgressione a colpi di acconciature e sdrucitismi già visti ovunque: fra martino campanaro risulterebbe più alternative, lì in mezzo, e Padre Amorth in quanto a trasgressione pesserebbe per un sanguinario brigatista addestrato in Palestina.
A proposito di sacerdoti e cantico dei cantici, aleggiava abbastanza sorella morte sopra ampie quote di mucillagine umana incrostata al dancefloor, almeno fin quando non è rispuntata dal nulla smell like teen spirit dei nirvana: lì ci siamo sentiti un po' più vivi e grazie al diggey che ce l'ha messa su. E' stato cme fare anabasi e catabasi in tre minutie tre accordi.
Ma soprattutto voglio dire grazie alla pallamanista di Casalgrande che faceva la finta ubriaca e troieggiava con tutti per darsi un tono. Alla fine della serata è scomparsa con il calciatore di serieB Andrea C, e insieme hanno coronato un bell'idillio amoroso montandosi selvaggiamente a casa di uno dei due, dove, è facile immaginarlo, è appostata una troupe di Quark per il prossimo speciale sulla crudeltà della natura. Fatti loro, purtroppo però lei ha commesso un errore: fare la furba anche col sottoscritto. Torneremo sull'argomento.
Mahalo

giovedì 22 aprile 2010

Procioni da baciare: epilogo del rapporto Fini - Berlusconi - Gossip scadente per il salotto di Capote - Marketing più fascismo uguale crisi


Non pensavo di potere arrivare a farlo... ma ieri vedendo Fini e Berlusconi litigare come due comari sessantenni con le vampate e i bigodini e un'insana attrazione per gli idraulici di colore, mi è venuto in mente che forse Silvio ha ragione. Eliminare le scassacazzosissime minoranze interne per ricondurre il Pd sulla via del Progresso e del Governo: noi lo sognamo, loro lo fanno. Lo so: dare ragione a silvio è immondo e peccaminoso come vedere Di Pietro che fa un corso di dizione a una capra... una roba bizzarramente contronatura, come baciare un procione o iscriversi all'arcigay da etero.
Quest'ultima scelta è ottima per un giornalista, quasi obbligata se volete venire a contatto con i succosi segreti di cui solo la potentissima comunità omosex è in possesso. Truman Capote era un genio letterario, e insieme la più grande e luminosa checca della storia degli Stati Uniti, e dentro la sua testina geniale custodiva più segreti di Kennedy e Al Capone messi insieme. A Capote piacevano le feste con colori sgargianti e le risse tra attricette puttane e i loro facoltosi innamorati in cerca di rapporti orali da raccontare in crociera tra le isole della Grecia. Una rissa tipo quella tra Silvio e Gianfranco non se la sarebbe cagata neppure, essendo di qualità così scadente da venire dopo racconti a base di innocui giochetti erotici rubati a casa della zia zitella... storie squallide, ma meno devastantemente scandalose dell'empio abbraccio d'amore tra vecchi fascisti più o meno venduti e ingegneri del marketing nullificatore che ha portato alla nascita del casino in cui le Istituzioni si trovano ad annaspare. Risparmiateci questa agonia o rimpiangeremo quando al governo dell'Italia c'erano arpie gobbe sgranatrici di rosari e vampiri ingrifati travestiti da chirichetti. Siamo nel 2010, non ce lo meritiamo.

martedì 13 aprile 2010

Bits and Pieces


Cianfrusaglie del fine settimana:
- SGUB. Terrificante flirt clandestino tra giornalisti in corso, entrambi parecchio avvezzi a fare i fenomeni. Pensate ai figli...
- Delrio avvisa scherzosamente Paolo Bonaretti: "I direttori generali? Gli tiriamo il collo per farli rendere, poi a fine mandato li licenziamo". Tanti auguri
- Vienna. Da. Car. alle prese con due gemelle Kirghise. Mentre se ne limona una, l'altra gli scarica il cellulare telefonando a casa. Inconvenienti del mestiere.
- Venerdì prox tutti da Chris Strano a San Polo. Tranne me.
- Lunedì sera al Casablanca. Sabato all'Europa, da Armando e poi al Soqquadro. Troppo tardi: non versano più alcolici. A mezzanotte e cinquanta. Venerdì Dolce Vita, anche troppo dolce.
- Che fine ha fatto la deliziosa clientela di Urano? Dopo aver stazionato dalle parti del Godot, pare che adesso si ritrovi in una laterale di via Emilia Santo Stefano. Dove il papà di uno dei clienti storici dello svizzero ha aperto una birreria (produzione artigianale) che chiude rigorosamente alle 8.
-Il Mojito del Godot è super..

Rotonde barricadere - La funzione ineludibile del rompipalle di quartiere - Golia alla prova del voto


La politica è l'arte di controllare il proprio territorio. Questa è l'unica considerazione possibile riguardo alla terrificante polemica sulla nuova viabilità della rotonda di via Gorizia. Quelli che protestano lo fanno anche perchè non accettano che il comune si impicci degli affari del loro territorio, il loro amato e quieto circondario da cui è meglio che il vento sospetto delle novità si tenga alla larga. Qualunque amministrazione di qualunque colore avrà sempre a che fare con dei rompipalle di quartiere, gente spesso preparata che si legge i documenti e conosce i suoi diritti. Ecco perchè la battaglia di via Gorizia è un assedio politico nel senso più vero della sua parola: perchè Gandolfi ha il potere di fare tre rotonde in una, o magari quattro o anche cinque; e perchè i cittadini provano ad opporsi cercando di stabilire le loro barriere rispetto alla capacità impositiva della Giunta sul territorio. E' lo stesso film, a parti rovesciate, che si vede tra Governo e Comune sul patto di stabilità: in quel caso, il cattivo Golia sta a Roma e il potere centrale è brutto e cattivo. Guai a farlo presente in piazza Prampolini. Sono irritabili e sono nel giusto, o pensano di esserlo; e possono pretendere di esserlo, almeno finché li votano.

domenica 11 aprile 2010

Fuochi di Primavera


ROBERTO ROVERSI -PERIFERIA -"OFFICINA", APRILE 1956
Le donne come
sobriamente impudiche
passeggiano. L'una
ha il viso di sole,reduce
dai campi di gloria del mare, gli occhi
furoreggiano fra il corvo dei capelli
e il collo scuro del leone.
L'altra è più fragile ma
egualmente tentatrice.
Palpita (sfiorata foglia)
sotto il vestito
fiorito di macchie, di pazzi colori felici
che meravigliano
libero il seno:
fragola da sorbire, coppa
per brindare al destino che sia
meno cane


(per sara, valentina, francesca, lucia, chiara...)

sabato 10 aprile 2010

Pd: Fantuzzi se ne va, in anticipo sull'eternità - Fonti in preda a lucide visioni da oppiacei - Evolution: Andreotti, Berlusconi e Renzo Bossi


Mai fidarsi delle confidenze ottenute in un pub semivuoto all'una e mezza di notte da parte di stravolti che hanno rischiato di brutto di dover scappare in brasile a seguito di casini con la contraccezione.
E' una lezione dura da apprendere, ma direi di averla colta fino in fondo. Giulio Fantuzzi ha detto che non si ricandiderà a segretario provinciale del Pd, nemmeno una settimana dopo che, nelle ore immediatamente successive al voto, lo avevo dato per quesi certo riconfermato boss del Pd reggiano, basandomi su una serie di circostanziate chiacchiere da bar raccolte poche ore prima. .
Mi ero fidato, la fonte era credibile: il cambiamento - mi ero detto - arriverà solo coi cavalieri dell'apocalisse. Era una prospettiva rassicurante, molto più di un governo tecnico per le riforme presieduto da Renzo Bossi. Il lungo periodo non ha mai spaventato gli italiani, in fatto di leadership politiche decadenti: cresciuti con Andreotti, invecchieremo con Berlusconi. E nessuno dei due morirà mai: non possono, per senso di responsabilità nei confronti del nostro malandato paese minacciato dai comunisti dell'Istria e da quella incubatrice di corrompente disfattismo sessantottino che è la Fondazione FareFuturo.
Il sole non tramonterà mai sul regno di Silvio e Giulio il Grande. Fantuzzi invece, comunista-buonista fino alla fine e attento alle richieste di innovazione del socialismo riformista, ha fatto un passo indietro e adesso ci toccherà scervellarci per almeno un altro mese mezzo a caccia di indiscrezioni su chi verrà dopo di lui. Speriamo che il Pd si adatti al clima nazionale e scelga per la segreteria un parente del predecessore, o una igienista orale con protesi al silicone Made in Jena che di notte legge Marcuse in lingua originale.
Mahalo

venerdì 9 aprile 2010

Giovedì al cinema - Sul Mare, un film che parla di stronze - Steve Jobs, l'incasinatore di relazioni - La mantide meneghina e il guaglione fesso


Sono stato a vedere "Sul mare" di Alessandro D'Alatri. E' un film interessante ma non ho capito di cosa parli.
***
A parte l'ironia il film ha alti e bassi. Tra gli alti la clamorosa mancanza di un happy ending. Tra i bassi un assurdo spottone ad una bibita frizzante che si giustifica solo con il low budget. Ah, se non avete un cellulare progettato a Cupertino alcuni passaggi del film vi resteranno per sempre incomprensibili. Steve Jobs è in definitiva l'oscuro manovratore della pellicola, almeno in certi complessi frangenti narrativi basati sul touch screen.
***
Il film parla del fatto che le ragazze che amiamo non ci rispondono mai al cellulare. Quelle che lo fanno hanno degli oscuri motivi per farlo, non ci amano, ma amano probabilmente Steve Jobs. Altri temi del film: il lavoro nero, la gnocca, la bellezza della natura, le gite sul mare, le storie a distanza, sesso occasionale a tre su barche malferme, la passione che brucia nei corpi di femmine apparentemente frigide, la totale subalternità del maschio nel rapporto tra i sessi nel 2010.
***
E' un film sul rapporto tra nord e sud del paese. Scoprirete che la banca del mezzogiorno è un'invenzione meno tragicomica della scoppiettante serie di balle che la protagonista femminile, meneghinissima, metterà in fila per fare ripetutamente all'amore con il protagonista maschile del film, incolto e meridionalissimo.
***
Tra i due chi è lo stronzo? E soprattutto, chi paga il pernottamento della meneghinissima sull'isola? E' un film che scava nelle nostre anime, come si può ben vedere dai complessi interrogativi che suscita.
***
goo'night

giovedì 8 aprile 2010

Perchè un blog


Alcuni amici mi hanno chiesto, negli ultimi mesi, di lanciare un mio blog personale. Questo per diversi motivi
- la sempre simpatica tendenza del sottoscritto a diffondere ilarità
- l'impossibilità di contattarmi in altro modo (sto improvvisando)
- aumentare l'entropia nella speranza che ciò porti a risultati migliori di un voto di protesta al partito pensionati (ma anche quello agli Impotenti esistenziali non era male, come voto di protesta)
- l'interesse, forma di cortesia occasionale e legata a interlocuzioni spesso non desiderate, per i miei articoli su L'Informazione.
- facce ride

Posto che tanto prima o poi dovevo farlo, ecco il mio blog. Tenterò di caricare vecchi articoli pubblicati sul mio giornale, se ciò non costituisce reato (ho un paio di avvocati in carcere con molto tempo libero che se ne stanno occupando) oppure, in alternativa, di dire qualcosa su qualcuno che vive ed esercita alcuni poteri dalle parti di quella landa enigmatica (hic sunt leones) che si estende tra Modena, Parma, Castelnovo Monti e Reggiolo. Aloha