giovedì 16 settembre 2010

Parole infelici e Machiavelli. Perchè la memoria della Resistenza rischia di restare un semplice Strumento del Potere

Il consigliere comunale Andrea Parenti ha trasceso il limite della correttezza definendo la Resistenza una "menata": parola inaccettabile, poco rispettosa, poco democratica. E anche inutile, dannosa, un autogol: perchè permette all'assessore Matteo Sassi di andare sui giornali a dargli del fascista, cioè di compiere la solita operazione di chiamata alle armi che sostanzia una delle modalità più forti di mantenimento del consenso dell'attuale sistema di potere reggiano. E' il paradosso arcinoto: quasi settant'anni di governo unico che si fa forza con la lotta per la libertà di settanta anni prima. Per questo Parenti ha fatto autogol.
Ma al di là dell'espressione infelice, il consigliere leghista ha ragione da vendere se ci riferiamo al contesto in cui la frase era inserita. E' giusto che il consiglio comunale passi ore a discutere dell'introduzione di una nuova festa sul tema "Resistenza e libertà"? No, non è giusto. Di occasioni per la memoria ce ne sono già tante: si lavori affinché queste non diventino solo un'occasione di ritrovo per vecchi reduci e parenti di vecchi reduci. Per il resto, il consiglio è meglio che si sforzi di trovare soluzioni alle code, alle liste d'attesa per gli asili e a tutto il resto che serve a fare di una amministrazione una buona amministrazione. Campioli e Bonazzi non verranno ricordati per le corone di fiori apposte nei luoghi della memoria. L'uso della memoria per spostare il discorso su livelli diversi da quelli dell'utile e del necessario, la rende una menata.

lunedì 13 settembre 2010

Festareggio, ovvero il folklore della polemica. La mia.

E' finita Festareggio e tutti ci sentiamo più soli. Tanti i bei momenti che la kermesse del Campovolo lascerà per sempre impressi nei nostri cuoricini di post adolescenti mai cresciuti.
Bellissima la polemica sul Solitario nella serata che pur essendo a lui titolata, secondo gli organizzatori era dedicata a tutt'altro. Ricorderò poi sempre con notevole trasporto la Serrachiani che declama ad un pubblico di ultrasettantenni in delirio la meravigliosa frase "e togliamoci questa faccia da sfigati". Medico cura te stesso. La stessa sera sono riuscito pure nell'impresa di litigare con un partigiano: lui attaccava Bertinotti e difendeva Mastella, io attaccavo Mastella e difendevo Bertinotti. Ma perchè poi? Boh? Sono tutti e due quasi incoalizzabili, al netto della realpolitik.
Memorabile lo scontro all'area Sputnik con il responsabile provinciale di Generazione Democratica. Uno che alla mia obiezione sulla necessità di cestinare Lenin tra i riferimenti del partito democratico mi risponde che tanto nessuno legge il mio giornale, merita di fare carriera in questo partito. Lo vedo pronto per un posto nel Cda nel Gal Antico Frignano e Appennino, nel ruolo, condiviso da molti in questa bella italietta di guelfi e ghibellini che tengono famiglia, di imboscato a spese pubbliche.
Polemiche a parte, ho mangiato bene e ho visto tanta gente che ci crede. Nonostante tutto. Forse meriterebbero qualcosa di più, ogni tanto: un leader e un programma da partito di sinistra vero.