lunedì 23 agosto 2010

Si parla di Giorgio Morelli e gli animali spazzini iniziano ad agitarsi.


"Voltare pagina.
 Il giornalismo reggiano dopo la Liberazione (1945-1951). 
In ricordo di Giorgio Morelli «Il Solitario»".
Se Giorgio Morelli Il Solitario fosse vivo, oggi, 23 agosto 2010, a chi dedicherebbe i suoi articoli?
La domanda è tutto fuorchè paradossale, anzi: è l'unica domanda che abbia senso. E questo per una semplice motivazione.
Oggi come oggi la figura di Morelli è ridotta alla sagoma di un grande pretesto. Intorno alle sue spoglie si scontrano le due opposte fazioni. Da una parte i guardiani della verità di Istoreco, che a "soli" 64 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale continuano a dover giustificare il proprio ruolo di "biografi autorizzati" della resistenza. Il che li porta ad essere tenui nell'indicare le precise responsabilità, anche quelle evidenti. Si è a lungo taciuto sul fatto che Giorgio Morelli fu ammazzato dai partigiani rossi, tra i quali erano presenti numerosi criminali, rubagalline e killer indegni di essere associati alla grande epopea resistenziale. Istoreco dov'è stata per 64 anni? Su questo, sul perchè il PCI sia stato zitto per anni, un istituto storico che voglia definirsi come "serio" dovrebbe essere deciso ed indipendente. Al dibattito che si è tenuto ieri sera Festareggio, il presidente Istoreco Carrattieri è stato molto cauto nei giudizi, ha parlato del silenzio dell'Anpi su Morelli e anche dell'altrettanto poco commendevole, lungo, apparentemente ingiustificato silenzio della Dc reggiana. Chi s'accontenta gode, forse. Tutti colpevoli, nessun colpevole.
Dall'altra parte della barricata che divide gli interessi particulari in gioco, staziona una serie di improbabili "furbetti del ricordino", ometti col dente avvelenato che piegano alle loro concrete esigenze, tutte contemporanee, la storia di quei giorni. C'è chi fa il mercante della memoria e rimpingua il conto in banca cavalcando la moda revisionista di questa bella Italia tardofascista; c'è chi tenta di accreditarsi come storico senza averne i titoli accademici; c'è chi di storico ha solo il proprio criptonazismo; e c'è infine chi, con una operazione vomitevole, usa il ricordo di Morelli come cavallo di troia per infangare la Resistenza e il suo frutto migliore, cioè la Costituzione, nel quadro di un disegno che punta a limitare le libertà per cui Morelli, fino al 25 aprile, aveva rischiato in proprio la vita. Insomma intorno al ricordo di Giorgio Morelli si aggira una variegata feccia di provincia, micropolitici e nanostorici che andrebbero ricacciati nelle fogne da cui provengono a calci nel culo, tanto per essere chiari.
Contro questa duplice schiera Giorgo Morelli oggi indirizzerebbe uno ad uno i suoi strali; e farebbe centro. Chi vuole conoscerlo ha un solo strumento, leggersi La Nuova Penna, il foglio da cui il partigiano lanciò le sue memorabili invettive; spessissimo prendendoci in pieno e a volte, come è umano che sia, no. Tutto da dimostrare è, ad esempio, il teorema morelliano dell'esistenza di un piano di vendette&sterminio appoggiato dal Pci reggiano e messo in atto nei giorni successivi alla liberazione. Difficilmente, finchè ci sarà questa generazione di storici e di politici, si troverà una risposta attendibile. Nel frattempo, si legga La Nuova Penna: il resto in grandissima parte è fumo, e l'oblio sembra addirittura meglio.

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