Sette luglio '60 cinquanta anni dopo sono tutti più vecchi. Parenti e amici delle vittime; Reggio città; le istituzioni; i partiti. Niente manifestazione ufficiale oggi pomeriggio, mi sono concesso solo un passaggio al Teatro Ariosto stamattina, dove un discorso incendiario del presidente nazionale Fnsi ha suscitato scroscianti applausi in sala.
Evitare le autorità? Un bene. Mi risulterebbe difficile giustificare la visione di un Delrio o di una Masini che pontificano sui morti di allora (per attaccare i governi di oggi), non per antipatie personali, per una questione di coerenza. Il Pd a livello nazionale, avallando l'accordo per lo stabilimento Fiat di Pomigliano, mi pare si sia posto in una posizione diversa rispetto a quella degli operai di allora. Nel luglio '60 nessuno si sarebbe sognato di avallare una restrizione dei diritti sindacali in cambio del mantenimento di uno stabilimento. Non so se si trattasse di una posizione troppo intransigente dei sindacati di allora, so che alla sua base c'è un'idea diversa del lavoro, della società, dell'uomo, da quella che oggi viene espressa dal Partito Democratico.
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