venerdì 9 aprile 2010

Giovedì al cinema - Sul Mare, un film che parla di stronze - Steve Jobs, l'incasinatore di relazioni - La mantide meneghina e il guaglione fesso


Sono stato a vedere "Sul mare" di Alessandro D'Alatri. E' un film interessante ma non ho capito di cosa parli.
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A parte l'ironia il film ha alti e bassi. Tra gli alti la clamorosa mancanza di un happy ending. Tra i bassi un assurdo spottone ad una bibita frizzante che si giustifica solo con il low budget. Ah, se non avete un cellulare progettato a Cupertino alcuni passaggi del film vi resteranno per sempre incomprensibili. Steve Jobs è in definitiva l'oscuro manovratore della pellicola, almeno in certi complessi frangenti narrativi basati sul touch screen.
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Il film parla del fatto che le ragazze che amiamo non ci rispondono mai al cellulare. Quelle che lo fanno hanno degli oscuri motivi per farlo, non ci amano, ma amano probabilmente Steve Jobs. Altri temi del film: il lavoro nero, la gnocca, la bellezza della natura, le gite sul mare, le storie a distanza, sesso occasionale a tre su barche malferme, la passione che brucia nei corpi di femmine apparentemente frigide, la totale subalternità del maschio nel rapporto tra i sessi nel 2010.
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E' un film sul rapporto tra nord e sud del paese. Scoprirete che la banca del mezzogiorno è un'invenzione meno tragicomica della scoppiettante serie di balle che la protagonista femminile, meneghinissima, metterà in fila per fare ripetutamente all'amore con il protagonista maschile del film, incolto e meridionalissimo.
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Tra i due chi è lo stronzo? E soprattutto, chi paga il pernottamento della meneghinissima sull'isola? E' un film che scava nelle nostre anime, come si può ben vedere dai complessi interrogativi che suscita.
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goo'night

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